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Linkedin vola in orbita al debutto

Il social network tocca un progresso superiore al 170% al Nyse volando oltre 9,5 mld $ di valore. Emette in ombra il positivo esordio a Londra di Glencore

 

Se c’è il rischio di una nuova bolla internettiana il debutto di ieri al Nyse del social network Linkedin non può che confermarlo.

A Wall Street, infatti, il titolo Linkedin ha toccato ieri un progresso superiore al 170% andando oltre una capitalizzazione di 9,5miliardi di dollari e facendo impallidire al confronto il debutto, decisamente meno speculativo, di Glencore, che a Londra non andava oltre il 3,5% di guadagno. Va comunque osservato che l’esordio del maggior trader di materie prime al mondo è stato comunque deludente, perché il prezzo di Ipo era stato tenuto volutamente basso contando su un apprezzamento del titolo una volta sbarcato sul listino.

In ogni caso, come notava il Wall Street Journal, a partire dal gigante Facebook per scendere a tutte quelle start-up di successo che in questi anni stanno segnando davvero una nuova

stagione per la net economy (Twitter, Groupon, Zynga etc), il messaggio è chiaro: gli investitori sono più che pronti a scommettere sui titoli tecnologici.

Linkedin, che aveva stabilito un prezzo di Ipo di 45 dollari (già incrementato di dieci dollari vista la domanda più che sostenuta), ieri ha aperto a 83 dollari, poco meno del doppio subito in partenza.

Ma nel corso della seduta ha superato un valore di 120 dollari.

L’offerta di 7,84 milioni di azioni di Linkedin, maggior Ipo di Internet da quella di Google nell’agosto 2004, secondo diversi analisti non va vista comunque in un’ottica catastrofista, anzi. «Ci sono davvero tante aziende di elevata qualità in coda per l’Ipo, come non se ne vedevano da anni, e ogni effetto della volatilità dei mercati non potrà che essere di breve periodo», commentava alla Cnbc Paul Bard, direttore delle ricerche in ambito di collocamenti per la Renaissance Capital. Proprio gli studi di Renaissance Capital evidenziano come ci siano attualmente 175 aziende americane pronte al debutto, il numero

più elevato sin dal 2000, per una raccolta potenziale di oltre 40 miliardi di dollari.

Da inizio anno sono state 62 le Ipo e 124 quelle registrate, pari a un progresso del 20% rispetto al 2010.

Tornando a Glencore, il debutto resta comunque positivo. Il trader con sede in Svizzera, ha toccato un valore massimo di 550 pence per poi chiudere al prezzo dell’Ipo di 530 (per una

raccolta di circa 10 miliardi di dollari).

Gli scambi sono iniziati in maniera ristretta e dal 24 maggio (il giorno successivo avverrà anche il debutto a Hong Kong) saranno invece senza restrizioni.

Il peso di Glencore è anche evidente dal fatto che il suo titolo sarà compreso nel Ftse 100. Terza volta nella storia che un titolo accede direttamente all’indice delle blue chip.

E l’ultima volta era accaduto 25 anni fa

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