Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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"L'Italia sta uscendo dalla crisi", ha detto Mario Draghi, "ma si cresce poco"

"L'Italia sta uscendo dalla crisi", ha detto Mario Draghi, "ma si cresce poco"
E alle banche: "I loro utili servano per il rafforzamento patrimoniale"
Ripresa, l'allarme di Bankitalia
"Tasso di crescita ai minimi europei"


Mario Draghi
ROMA - L'occupazione "tarda a riprendersi", l'Italia sta uscendo dalla crisi economica mondiale "ma con un tasso di crescita basso, ai minimi europei". Lo dice Mario Draghi, governatore di Bankitalia, parlando al Forex e sottolineando che, invece, "una crescita sostenuta è base di benessere ed è presupposto della stabilità finanziaria per un paese ad alto debito pubblico come l'italia".

Credito contratto solo per le imprese. La contrazione del credito - ha detto ancora Draghi - "riguarda le imprese, non le famiglie". Lo ha sottolineato il governatore della banca d'italia, mario draghi, del suo discorso al congresso atic-forex a napoli. "A dicembre i prestiti alle imprese erano del 3% inferiori a quelli del dicembre 2008. Da un lato, se ne era ridotta la domanda, per la forte flessione degli investimenti; dall'altro, incideva l'accresciuta cautela delle banche nell'offrire finanziamenti in una fase di profonda recessione".

"L'espansione dei crediti alle famiglie - ha aggiunto il governatore della Banca d'Italia - è invece continuata, a ritmi dell'ordine del 3% sui dodici mesi". Draghi ha anche posto l'accento sul fatto che "innuovi prestiti per l'acquisto di abitazioni vengono concessi prevalentemente a tasso variabile: occorre - ha sottolineato - che i contraenti siano avvertiti del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso".

Modesta ripresa. Draghi ha comunque aggiunto che secondo le indagini più recenti presso le banche, "vi è una modesta ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese" e che quelle impegnate in processi di adeguamento tecnologico e di internazionalizzazione "meritano maggiore attenzione".


Le banche si rafforzino. Il governatore ha quindi proseguito dicendo: "Gli utili conseguiti dalle banche dovono essere prioritariamente impiegati nel rafforzamento patrimoniale", tornando così ad indicare agli istituti di credito la strada del risanamento, dopo aver sottolineato che "la redditività della nostre banche è nettamente peggiorata di pari passo con il deterioramento della qualità dei loro prestiti". Draghi ricorda poi che lo scorso anno gli utili dei principali gruppi bancari si sono dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2008 a causa dei maggiori accantonamenti e rettifiche sui crediti. E' importante che le banche - ha quindi affermato Draghi - "non reagiscano al calo della profittabilità aumentando i rischi".
La qualità del credito. "In ragione d'anno - osserva - il rendimento del capitale e delle riserve si è ridotto in media dal 9% al 4,2%". E anche nel 3* trimestre del 2009 il flusso di nuove sofferenze superava il 3%: il valore più elevato degli ultimi 10 anni", sottolinea. Draghi fornisce anche le prime elaborazioni dell'ultima parte del 2009 e spiega che "il peggioramento della qualità del credito sarebbe proseguito, con probabili effetti sui risultati economici del 4° trimestre dell'anno. L'aumento di incagli e rate non pagate prefigura un ulteriore peggioramento nei mesi avvenire".

I tassi nell'area euro. "Il livello attuale dei tassi ufficiali nell'area dell'euro resta adeguato; non emergono rischi d'inflazione nel medio termine", ha detto ancora il governatore, che ribadisce il giudizio del Consiglio Bce: L'exit strategy dalle misure straordinarie anticrisi "non dovrà essere prematura nè tardiva, per non mettere a rischio la stabilità dei prezzi e non alimentare distorsioni nei mercati e bolle speculative che porrebbero i presupposti di nuove crisi. Prenderemo ai primi di marzo - ha aggiunto - ulteriori decisioni sulla progressiva rimozione delle operazioni straordinarie guardando alle prospettiva per la stabilità dei prezzi".

Serve un governo forte dell'UE. Un più forte governo economico dell'Unione Europea per uscire dalla crisi che produce instabilità finanziaria nell'area euro. Il governatore della banca d'italia ha insistito anche su questo punto: "Occorre che nell'Unione Europea si formi la volontà comune di estendere alle struttura economiche e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso, che sono stati esercitati negli anni sui bilanci pubblici. Chiaramente - ha aggiunto - una crisi che produce instabilità finanziaria mondiale colpisce le economie dell'area con intensità diversa a seconda delle strutture su cui poggiano".
"L'integrazione europea - ha proseguito il governatore - ha portato stabilità dei prezzi e, fino alla crisi, efficace controllo sui deficit pubblici. Dieci anni fa, all'avvio della moneta unica, si levarono voci a richiedere anche un più forte governo economico dell'unione; furono sovrastate dai cori entusiasti che celebravano la meta raggiunta insieme all'impegno a resistere a ogni ulteriore integrazione".


(13 febbraio 2010)

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Commento da A.I.S.C. su 15 Febbraio 2010 a 18:33
Draghi parla da presidente Bce in pectore
(15/02/2010)
Un Mario Draghi a tutto campo parla al congresso Assiom Forex di Napoli da Presidente della Bce in pectore. La scadenza della massima carica della Banca Centrale, attualmente ricoperta da Jean Claude Trichet, scadra’ solo il prossimo anno, ma la corsa alla successione del francese e’ gia’ cominciata. I tedeschi vorrebbero un loro uomo e hanno gia’ fatto sapere di non essere disponibili a sostenere la candidatura di Draghi. Ma la strada e’ lunga e il nostro Governatore puo’ fare pesare un curriculum di tutto rispetto.

Al congresso del Forex il nostro Governatore fa un intervento ampio, di respiro europeo. Tocca molti temi, dall’euro, al livello dei tassi, alla crescita economica italiana, ne elenca i problemi e da le sue soluzioni. Riguardo la nostra moneta ribadisce che l'euro e’ saldo, ma che di fronte alla crisi e ai pericoli di instabilita’ finanziaria occorre nell'Unione europea una volonta’ comune per un governo economico continentale. Le strade da seguire sono chiare, ovvero occorre estendere alle strutture economiche, e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenzione dedicata in Europa in passato ai bilanci pubblici.

Draghi e’ invece cauto su eventuali aumenti dei tassi di interesse. Oggi, secondo la sua opinione, l’aumento del costo del denaro a lungo termine si rifletterebbero sull'economia reale, con possibili ripercussioni sui bilanci delle banche e con la rimessa in discussione del rafforzamento del sistema finanziario. E comunque una stretta monetaria attualmente non sarebbe giustificata considerato che nella zona euro non emergono rischi di inflazione nel medio termine. Tuttavia appare scontato che a breve la Bce abbandoni gradualmente le misure straordinarie di sostegno alla liquidita’ , con tempi che non ostacolino la ripresa, ne’ all'opposto mettano a rischio la stabilita' dei prezzi.

Riguardo la crisi economica il Governatore riconosce che l'Italia ha resistito meglio di altri paesi all'impatto della crisi ma ne sta uscendo con una forte perdita di produzione e reddito e con un tasso di crescita ai minimi europei. Percio’ e’ necessario fare subito le riforme strutturali che possano garantire crescita e stabilita’ finanziaria. Dopo la caduta del Pil nel 2009 di quasi il 5%, ci sara’ un recupero lento, con ampie incertezze legate in particolare agli andamenti del ciclo internazionale e alle condizioni del mercato del lavoro. Ma finche’ l’occupazione continuera’ a calare permane il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sulla crescita economica.

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