Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Oro asset rifugio per eccellenza, ecco perché

Oro asset rifugio per eccellenza, ecco perché

È una corsa senza freni, quella dell'oro. Dopo aver sfondato ieri la quota psicologica dei 1.600 dollari l'oncia, le quotazioni del metallo giallo continuano a salire. Il lingotto per consegna immediata ha toccato questa mattina i 1.610,10 dollari l'oncia sul mercato londinese, mettendo così a segno il dodicesimo rialzo consecutivo, il più lungo dal 1920.

Ma a segnare un record sono anche i valori in altre valute: in euro, l'oncia d'oro vale 1.145 euro; in sterline, 1.005. Il massimo di tutti i tempi. È la conferma che il boom di acquisti prosegue nonostante il recente rafforzamento del dollaro (valuta in cui sono quotate i listini auriferi), elemento che in teoria rende il lingotto meno appetibile. A correre nelle ultime sedute è stato anche l'argento, le cui quotazioni, seppure in lieve calo rispetto alla seduta di ieri, oggi si mantengono sul livello di 40 dollari l'oncia.

Le ragioni del rialzo
A far da propellente al rally sono ancora una volta i timori sull'allargamento della crisi dei debiti sovrani nell'Eurozona e le incertezze sulla tenuta della ripresa economica a livello globale. Ma gli elementi rialzisti non mancano: una spinta agli acquisti arriva dagli Stati Uniti, dove non si placano i dubbi sul rischio di un temporaneo default in mancanza di un accordo sul rialzo del tetto del debito. Senza contare che proprio nei giorni scorsi è stata avanzata l'ipotesi (poi ridimensionata da Ben Bernanke) che la Federal Reserve possa iniettare nuova liquidità sui mercati, in un quella che rappresenterebbe una terza tornata del quantitative easing.

Le previsioni
In uno scenario così incerto, l'oro diventa inevitabilmente l'asset rifugio per eccellenza, grazie alla sua capacità di conservare valore soprattutto nelle fasi più volatili.
L'outlook della maggioranza degli analisti rimane fortemente positivo. Secondo Bank of America-Merrill Lynch la pressione spingerà in alto i prezzi per i prossimi dieci anni. Barclays, prima ribassista, ora stima una forchetta di 1.600-1.650 dollari l'oncia per l'intero secondo semestre dall'anno. Ma non manca anche chi si sbizzarrisce con previsioni a 3mila o persino 5mila dollari l'oncia nei prossimi due o tre anni. Rischio bolla o meno, chi è convinto della fase bullish tiene a ricordare che, nonostante i record attuali, l'oro non è ancora arrivato al livello del 1980, quando il valore di un'oncia, corretta per l'inflazione, era pari a 2.395 dollari. Un margine potenziale di crescita, puramente teorico, del 49%.

 

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