Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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RISPARMIATORI SUL PIEDE DI GUERRA: E' BOOM DI CAUSE CONTRO LE BANCHE

In Italia, un Paese in cui "la tutela dei risparmiatori è affidata esclusivamente ai Tribunali", per via della crisi economica sta aumentando "moltissimo" la domanda di tutela legale da parte di risparmiatori, e di imprenditori, che intendono fare causa alle banche.
Le sentenze di condanna nei confronti delle banche sono ormai numerosissime e, con la crisi, la domanda di tutela sta aumentando moltissimo". Del resto, spiega il legale, il risparmiatore in Italia ha poche alternative al Tribunale: se si invia una raccomandata alla banca chiedendo la restituzione delle somme indebitamente trattenute in relazione, per esempio, ai conti affidati, l'istituto "risponde con una lettera studiata in cui si sostiene che nulla è dovuto. Non ho mai saputo di una banca che restituisca i soldi, perché sanno bene che conviene resistere finché non c'è una sentenza di condanna". Il motivo è semplice: le banche sanno "che, per uno che fa causa, altri mille subiranno senza protestare".
Quasi tutte le banche, specie nei conti correnti affidati, inseriscono arbitrariamente addebiti come 'spese di gestione fido' o 'diritti di segreteria' che non sono assolutamente dovuti, che possono variare tra 30 e 50 euro che, moltiplicati per milioni di clienti, danno un grosso risultato". Insomma, "continuano ad inserire nei conti, approfittando dell'ignoranza dei clienti, somme non dovute". Per di più, gli istituti "non rispettano quasi mai il tasso pattuito. Viene convenuto un certo tasso, creditore o debitore, con il cliente, e poi, dopo venti o trenta giorni viene modificato unilateralmente approfittando di un buco legislativo, l'articolo 118 del Testo Unico Bancario, che prevede lo ius variandi. In relazione ai principi generali del nostro ordinamento, è consentito a determinate condizioni, che loro non rispettano mai". Le condanne di banche, "oramai sono migliaia, ma ciò nonostante l'autorità di vigilanza non interviene con l'energia che la situazione imporrebbe".
La normativa sulla class action ancora in stand by, una volta che verrà tramutata in legge, potrà "sicuramente aiutare, perché attraverso le associazioni si possono promuovere con costi limitatissimi, azioni di interesse generale che obbligano un determinato istituto a comportamenti più regolari". La speranza è quella di poter così ottenere, continua Vassalle, "una sentenza di risarcimento dei danni nei confronti di tutti coloro che hanno subito danni dai comportamenti che vengono dichiarati illegittimi dalla sentenza che segue l'azione collettiva. Stanno cercando di snaturare e limitare la norma: bisogna aspettare. Continuano a rinviarla, perché hanno timore di questo strumento. La lobby bancaria - conclude - è potentissima".

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