Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Spesometro nuovi obblighi di comunicazione per spese superiori a 3600 euro

Al via controlli fiscali su ogni spesa degli italiani: nuovi obblighi di comunicazione per spese superiori a 3600 euro –

Così il fisco sta per conoscere tutte le spese degli italiani: dalle auto ai gioielli, gli acquisti effettuati dai contribuenti oltre i 3.600 euro andranno automaticamente nelle banche dati delle Entrate.

 

Una vera e propria rivoluzione, in campo di lotta all’evasione, sta per prendere il via. L’agenzia delle Entrate è ormai pronta per passare al setaccio tutte le principali spese dei contribuenti per il 2013: non solo quelle di lusso. Infatti, tra il 10 e il 22 aprile, chiunque abbia venduto beni o servizi ai cittadini italiani (quindi, imprese, professionisti, commercianti e artigiani) dovranno comunicare al Fisco le cessioni effettuate in favore di privati per importi pari o superiori a 3.600 euro (3mila euro al netto dell’Iva). I dati saranno poi usati per accertare con il redditometro chi ha speso più di quanto ha dichiarato.

 

In verità, nello spesometro vanno comunicate le operazioni rilevanti ai fini Iva:

- cessioni e prestazioni rese e ricevute per le quali sussiste l’obbligo di emissione della fattura senza limiti di importo;

- cessioni e prestazioni rese e ricevute per le quali non sussiste l’obbligo di emissione della fattura, se l’importo unitario non è inferiore a 3.600 euro al lordo dell’Iva.

 

In questo modo, il Fisco saprà cosa ogni italiano ha acquistato e cosa ha speso, per verificare se il suo tenore di vita corrisponde effettivamente al reddito dichiarato.

Insomma, dalle auto ai mobili, dai gioielli alle vacanze: ogni acquisti da 3.600 euro in su entra ora nelle banche dati del Fisco.

 

Entro poi il 30 aprile inoltre gli operatori finanziari dovranno segnalare gli acquisti sopra i 3.600 euro pagati con bancomat carta di credito.

 

Nel nuovo spesometro rientrano, dunque, non solo le spese di lusso, ma anche acquisti come auto, viaggi, arredamenti ed elettrodomestici. Tutto quello che supera la soglia dei 3.600 euro va comunicato insieme al codice fiscale di chi ha effettuato l’acquisto. In pratica, commercianti e professionisti faranno un po’ da “spie” nei confronti delle Agenzie delle Entrate, dovendo rivelare “chi” ha comprato “cosa”, e soprattutto “quanto” ha speso.

 

Questi invii andranno a costituire una enorme banca dati, un patrimonio di informazioni da cui il Fisco potrà effettuare i controlli sui contribuenti “ad alto rischio di evasione”. Un assist, quindi, al nuovo redditometro che proprio in questi giorni si prepara al debutto con l’invio delle “prime” 20mila lettere ai cittadini con maggiori scostamenti tra tenore di vita e redditi dichiarati.

 

Una volta arrivate alle Entrate le informazioni saranno considerate “spese certe”, ossia esborsi effettivamente sostenuti e da cui quindi l’Agenzia potrà partire nella selezione dei soggetti da controllare.

 

Il peggio deve ancora arrivare

Per quest’anno – come appena detto – le fatture andranno comunicate solo se pari o superiori a 3.600 euro. Dall’anno prossimo (e quindi dalle fatture del 2014), invece, si comunica tutto, anche se l’importo è molto basso.

 

I pagamenti che fanno scattare la segnalazione

Ecco le principali categorie di pagamenti che potrebbero far scattare l’ “allarme rosso” al Fisco e porre il contribuente che ha sostenuto tale spesa sotto la lente di ingrandimento dell’agenzia delle entrate.

 

Innanzitutto ci sono gli acquisti di arredimobili ed elettrodomestici che, considerata la tipologia di beni e i prezzi alla vendita, è molto facile che sforino la soglia delle 3.600 euro. Peraltro, posti i nuovi bonus fiscali sulle ristrutturazioni, si tratta di acquisti che molti contribuenti stanno sostenendo con una certa facilità.

 

Stesso discorso per quanto riguarda l’acquisto di un viaggio o di un pacchetto vacanze. Così queste spese entrerebbero nei database del Fisco.

 

Anche l’acquisto di automobili va comunicato con lo spesometro.

 

Abbigliamento, accessori di lusso, gioielli, se supereranno la soglia delle 3.600 euro andranno a costituire un input per il redditometro.

 

Anche le fatture pagate a professionisti (avvocati, commercialisti, dentisti, centri estetici e di chirurgia estetica) rientrano nello spesometro: ma queste senza alcun limite minimo di spesa 

IN PRATICA

In presenza di emissione di fattura, pur se solo su richiesta del cliente (e dunque non per obbligo), anche i commercianti al dettaglio dovranno, ma solo dal prossimo anno, comunicare tutte le operazioni a prescindere dall’ammontare unitario. Per il 2013 vale invece ancora, per le fatture annotate nel registro corrispettivi, la soglia di 3.600 euro Iva compresa.

 

Le operazioni che i commercianti al dettaglio effettuano verso privati non titolari di partita Iva sono esonerate dallo spesometro qualora il pagamento sia avvenuto attraverso carte di credito, di debito o prepagate emesse da intermediari finanziari diversi da quelli esteri senza stabile organizzazione in Italia. Queste operazioni, infatti, sono già comunicate dalle banche che gestiscono le carte con dichiarazione da inviare entro il 30 aprile.

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