Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Verso l'intesa sullo scambio dati Svizzera-Usa

Verso l'intesa sullo scambio dati Svizzera-Usa

LUGANO - Si aprono spiragli per un accordo tra Svizzera e Usa che eviti un nuovo scontro tra le due parti nel campo del fisco e del segreto bancario. Secondo voci riprese dalla stampa elvetica, e non smentite da Berna, il capo dei negoziatori svizzeri Michael Ambühl sarebbe tornato da Washington con un "sì" di massima americano a una proposta di mediazione che potrebbe sbloccare il contenzioso che riguarda alcune banche rossocrociate.

All'inizio di questo mese le autorità Usa avevano lanciato un ultimatum a Berna (scaduto il 6 settembre), per ottenere informazioni su clienti americani di banche svizzere sospettate di aver aiutato i clienti stessi a evadere o frodare il fisco. Voci insistenti – e anche in questo caso non smentite – hanno indicato tra le banche messe nel mirino il Credit Suisse, la Julius Bär, la Wegelin, le Banche cantonali di Zurigo e Basilea. Il Governo di Berna non ha accettato l'ultimatum, ha parlato di invio negli Usa nel frattempo solo di dati statistici (senza indicazioni di nomi di clienti) e ha comunque rilanciato i negoziati.

 

L'ipotesi di intesa ora sarebbe in sostanza questa: le banche e Berna collaborerebbero con le autorità Usa nel quadro del rivisto accordo sulla doppia imposizione fiscale, a cui verrebbe fatta un'aggiunta per semplificare l'assistenza amministrativa o giudiziaria, a seconda dei casi, da parte della Svizzera. Non vi sarebbero quindi né scambio automatico di informazioni né pesca indiscriminata (fishing expedition) di dati; il segreto bancario rimarrebbe ma vi sarebbe una collaborazione elvetica molto ampia nell'esaminare le richieste Usa.

Nel 2009 Berna e Washington avevano siglato un accordo per chiudere il caso Ubs, banca che aveva pagato 780 milioni di dollari e consegnato alle autorità Usa 4450 dossier relativi a clienti sospettati di reati fiscali (Washington in un primo tempo aveva chiesto decine di migliaia di nomi).
Lo schema della nuova intesa sarebbe simile, ma con due differenze rilevanti: non vi sarebbe procedura d'urgenza e si agirebbe non ad hoc ma dentro il quadro dell'accordo sulla doppia imposizione.

Gli Usa non intendono per ora seguire la via di Germania e Regno Unito, che hanno recentemente siglato con la Svizzera accordi bilaterali su una nuova imposta liberatoria (Rubik) in cambio del mantenimento del segreto bancario, e dunque il tracciato della cooperazione legata alla doppia imposizione sembrerebbe per ora l'unico percorribile per evitare un nuovo scontro, oppure singoli accordi per le varie banche.

Se la nuova intesa fosse raggiunta, vi sarebbe bisogno dei due Parlamenti. Quello di Berna dovrebbe approvare l'aggiunta sull'assistenza, quello di Washington dovrebbe probabilmente confermare a sua volta l'accordo sulla doppia imposizione con annessi e connessi.

 

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