E' nullo il contratto di finanziamento stipulato dietro la cessione del quinto quando vengano praticati interessi superiori a quelli stabiliti dalla norma senza considerare le difficoltà di chi chiede il prestito.
La Corte di Cassazione evidenzia il concetto di “usura concreta” sia da un punto di vista matematico, attraverso la verifica del superamento del TEGM oltre che del Tasso soglia, sia dal punto di vista normativo in riferimento alle difficoltà economica desumibile da documenti prodotti dal cliente.
Con tale sentenza la Corte di Cassazione si riferisce all’usura sia “presunta” che “concreta”. Confermando in toto la sentenza della Corte d’Appello di Bologna, sulla scorta del Giudice di primo grado del tribunale di Reggio Emilia, la Corte prende posizione sulla validità delle istruzioni di Banca d’Italia antecedenti a quelle del luglio 2009, nonché dei D.M. recanti tassi soglia determinati in base a dette istruzioni, affermando che tale normativa “appare contrastare con il principio della omnicompresività fissato dall’art. 644, comma 3, c.p. e valevole sia sotto il profilo penale che sotto quello civile”. Ricorda ancora la Suprema Corte che, secondo l’orientamento citato e conforme a precedente Cassazione 8806/2017 in merito alla omnicomprensività dei costi, occorre attribuire “centralità sistematica” all’art. 644 del c.p. e dunque tutte le altre disposizioni che regolano la materia dell’usura, dovranno a detta norma uniformarsi e raccordarsi. In applicazione degli esposti principi, i giudici confermano le valutazioni della Corte d’Appello, che aveva operato una “disapplicazione selettiva” dei D.M. emanati in conformità delle istruzioni di Banca d’Italia ma in violazione dell’art. 644, comma 4 del c.p.