Il Fondo di garanzia apre ai subfornitori
Paracadute in arrivo per le Pmi subfornitrici di grandi aziende in difficoltà. Con un impatto di circa 20 milioni di euro, il fondo di garanzia potrebbe generare 300 milioni di finanziamenti bancari, corrispondenti al credito che circa 7 mila piccole imprese vantano nei confronti di grandi aziende in amministrazione straordinaria dal 1° luglio 2008.
La pesante crisi che ha travolto marchi come Itr Holding, Merloni, Burani, Firema, Siremar e Tirrenia, ha provocato un vero e proprio tsunami per circa 15 mila imprese dell'indotto, con uno stock di 700 milioni di euro di credito vantati nei confronti delle aziende in amministrazione straordinaria.
Con il decreto n.69 del 23 marzo 2011 – pubblicato in Gazzetta ufficiale il 12 maggio scorso – firmato dal ministro dell'Economia e delle finanze e da quello dello Sviluppo economico, il fondo per le Pmi sarà in grado di garantire un sostegno per quella parte di imprese della subfornitura che, a causa di una dimensione più ridotta, rischierebbero un maggior danno per la crisi.
La misura, voluta dal ministro Paolo Romani e operativa dal prossimo venerdì, è stata disegnata per supportare i piccoli subfornitori nella fase immediatamente conseguente la crisi dell'azienda committente, quando il blocco delle commesse e il forte fabbisogno di liquidità rendono indispensabile il ricorso al credito bancario.
Le imprese interessate dal decreto, però, saranno solo quelle che non superano i 50 occupati e un fatturato di dieci milioni di euro. Potrà poi usufruire delle garanzie solo l'impresa il cui fatturato è costituito almeno dal 50% dalla fornitura all'impresa in amministrazione straordinaria.
Con l'obiettivo di facilitare la concessione di finanziamenti bancari finalizzati alla rinegoziazione e al consolidamento dei debiti e con la volontà di garantire liquidità per il regolare assolvimento degli obblighi tributari e contributivi, il provvedimento rende più flessibili le condizioni di intervento del fondo: la copertura massima è pari all'80%, il costo delle commissioni di garanzia è azzerato e la valutazione del merito creditizio viene fatta con criteri diversi da quelli ordinari, per verificare le effettive capacità di ripresa delle imprese interessate.
Nella sostanza, quindi, la valutazione viene fatta sui quattro bilanci precedenti la richiesta di accesso al fondo, e non sugli ultimi due come previsto nel procedimento ordinario. Questo consente una maggiore possibilità di successo della domanda di accesso al fondo perché il giudizio di merito non si limita agli ultimi due esercizi, cioè a quelli dove gli effetti della crisi dell'azienda committente si evidenziano maggiormente nella riduzione delle commesse o nel congelamento dei crediti vantati. Con una visione così ridotta, infatti, la garanzia rischierebbe spesso di non essere accordata.
L'obiettivo del decreto, invece, è facilitare da parte delle banche, il finanziamento nei confronti di imprese strutturalmente sane, ma in una situazione di difficoltà temporanea.
La richiesta di accesso al fondo va presentata dall'istituto di credito entro sei mesi dalla data di ammissione dell'azienda committente all'amministrazione straordinaria. Per le aziende che sono nella stessa situazione dal 1° luglio del 2008, invece, interviene la norma transitoria che fissa la partenza del termine di sei mesi dalla data di pubblicazione del decreto.
La copertura del provvedimento - fanno sapere dal ministero dello Sviluppo economico – non prevederà nuovi stanziamenti perché opererà nell'ambito della complessiva dotazione finanziaria del Fondo centrale di garanzia.
L'impatto previsto di 20 milioni di euro dovrebbe diventare (i tecnici del ministero dell'Economia e delle finanze stanno ultimando i passaggi tecnici) un tetto sul fondo medesimo per quanto riguarda le risorse disponibili per la misura prevista dal decreto.