"L'Italia sta uscendo dalla crisi", ha detto Mario Draghi, "ma si cresce poco"
E alle banche: "I loro utili servano per il rafforzamento patrimoniale"
Ripresa, l'allarme di Bankitalia
"Tasso di crescita ai minimi europei"
Mario Draghi
ROMA - L'occupazione "tarda a riprendersi", l'Italia sta uscendo dalla crisi economica mondiale "ma con un tasso di crescita basso, ai minimi europei". Lo dice Mario Draghi, governatore di Bankitalia, parlando al Forex e sottolineando che, invece, "una crescita sostenuta è base di benessere ed è presupposto della stabilità finanziaria per un paese ad alto debito pubblico come l'italia".
Credito contratto solo per le imprese. La contrazione del credito - ha detto ancora Draghi - "riguarda le imprese, non le famiglie". Lo ha sottolineato il governatore della banca d'italia, mario draghi, del suo discorso al congresso atic-forex a napoli. "A dicembre i prestiti alle imprese erano del 3% inferiori a quelli del dicembre 2008. Da un lato, se ne era ridotta la domanda, per la forte flessione degli investimenti; dall'altro, incideva l'accresciuta cautela delle banche nell'offrire finanziamenti in una fase di profonda recessione".
"L'espansione dei crediti alle famiglie - ha aggiunto il governatore della Banca d'Italia - è invece continuata, a ritmi dell'ordine del 3% sui dodici mesi". Draghi ha anche posto l'accento sul fatto che "innuovi prestiti per l'acquisto di abitazioni vengono concessi prevalentemente a tasso variabile: occorre - ha sottolineato - che i contraenti siano avvertiti del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso".
Modesta ripresa. Draghi ha comunque aggiunto che secondo le indagini più recenti presso le banche, "vi è una modesta ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese" e che quelle impegnate in processi di adeguamento tecnologico e di internazionalizzazione "meritano maggiore attenzione".
Le banche si rafforzino. Il governatore ha quindi proseguito dicendo: "Gli utili conseguiti dalle banche dovono essere prioritariamente impiegati nel rafforzamento patrimoniale", tornando così ad indicare agli istituti di credito la strada del risanamento, dopo aver sottolineato che "la redditività della nostre banche è nettamente peggiorata di pari passo con il deterioramento della qualità dei loro prestiti". Draghi ricorda poi che lo scorso anno gli utili dei principali gruppi bancari si sono dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2008 a causa dei maggiori accantonamenti e rettifiche sui crediti. E' importante che le banche - ha quindi affermato Draghi - "non reagiscano al calo della profittabilità aumentando i rischi".
La qualità del credito. "In ragione d'anno - osserva - il rendimento del capitale e delle riserve si è ridotto in media dal 9% al 4,2%". E anche nel 3* trimestre del 2009 il flusso di nuove sofferenze superava il 3%: il valore più elevato degli ultimi 10 anni", sottolinea. Draghi fornisce anche le prime elaborazioni dell'ultima parte del 2009 e spiega che "il peggioramento della qualità del credito sarebbe proseguito, con probabili effetti sui risultati economici del 4° trimestre dell'anno. L'aumento di incagli e rate non pagate prefigura un ulteriore peggioramento nei mesi avvenire".
I tassi nell'area euro. "Il livello attuale dei tassi ufficiali nell'area dell'euro resta adeguato; non emergono rischi d'inflazione nel medio termine", ha detto ancora il governatore, che ribadisce il giudizio del Consiglio Bce: L'exit strategy dalle misure straordinarie anticrisi "non dovrà essere prematura nè tardiva, per non mettere a rischio la stabilità dei prezzi e non alimentare distorsioni nei mercati e bolle speculative che porrebbero i presupposti di nuove crisi. Prenderemo ai primi di marzo - ha aggiunto - ulteriori decisioni sulla progressiva rimozione delle operazioni straordinarie guardando alle prospettiva per la stabilità dei prezzi".
Serve un governo forte dell'UE. Un più forte governo economico dell'Unione Europea per uscire dalla crisi che produce instabilità finanziaria nell'area euro. Il governatore della banca d'italia ha insistito anche su questo punto: "Occorre che nell'Unione Europea si formi la volontà comune di estendere alle struttura economiche e alle riforme di cui necessitano, la stessa attenta verifica, lo stesso energico impulso, che sono stati esercitati negli anni sui bilanci pubblici. Chiaramente - ha aggiunto - una crisi che produce instabilità finanziaria mondiale colpisce le economie dell'area con intensità diversa a seconda delle strutture su cui poggiano".
"L'integrazione europea - ha proseguito il governatore - ha portato stabilità dei prezzi e, fino alla crisi, efficace controllo sui deficit pubblici. Dieci anni fa, all'avvio della moneta unica, si levarono voci a richiedere anche un più forte governo economico dell'unione; furono sovrastate dai cori entusiasti che celebravano la meta raggiunta insieme all'impegno a resistere a ogni ulteriore integrazione".
(13 febbraio 2010)
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