Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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  • Rapporto Unioncamere 2011. Sono Lombardia e Veneto le due regioni che quest’anno tireranno la volata dell’export made in Italy, vero driver dello sviluppo nazionale. Come mostra il Rapporto Unioncamere 2011, diffuso oggi in occasione della 9ª Giornata dell’Economia, mentre la spesa delle famiglie, frenata da timori di ulteriori rialzi nei prezzi e da un recupero ancora modesto del reddito disponibile, dovrebbe crescere dell’1,0% (come nel 2010) e gli investimenti rallentare di circa 0,3 punti percentuali rispetto all’anno scorso, portandosi al +2,2%, l’export dovrebbe aumentare del 6,5%, consentendo così al nostro Paese di chiudere il 2011 con una crescita del Pil dell’1,1%. Il Prodotto interno lordo dovrebbe registrare una variazione più consistente al Nord-Est e al Nord-Ovest (+1,4%, con Lombardia e Veneto a far da locomotiva ai primi posti della classifica) e decisamente meno significativa al Centro (+0,9%) e soprattutto al Mezzogiorno (+0,6%), con la Sardegna che dovrebbe chiudere l’anno con un modesto +0,3%.
    A tirare la volata, con le variazioni più elevate delle esportazioni italiane, la chimica-farmaceutica e l’industria del metallo, mentre la meccanica fornirà il maggior contributo alla crescita complessiva delle vendite all’estero. Sono questi i settori – soprattutto la meccanica – che hanno adottato negli ultimi anni un profilo organizzativo nuovo, in grado di abbattere l’eventuale “deficit” di dimensione, facendo massa critica all’estero ed elevando la capacità di innovazione: quello della rete. 
    Sono 13mila le Pmi manifatturiere che stanno scommettendo sulle opportunità del gioco di squadra e fanno già parte o hanno intenzione di inserirsi all’interno di una rete, secondo Unioncamere. Ma perché le reti possano svilupparsi e raggiungere i mercati globali, c’è bisogno di favorire il loro raccordo con i centri di ricerca e con le università. Anche attraverso le reti si può disegnare un percorso di uscita del Mezzogiorno da quell’isolamento in cui continua, in gran parte, a restare ancora prigioniero. Un lavoro di raccordo, di supporto e di promozione che le Camere di commercio possono svolgere meglio di chiunque altro, perché su questo ruolo si costruisce la loro identità di rete delle reti (Unioncamere). 
  • 03/05/2011 – CIG. Nel mese di aprile 2011 è stata registrata una forte diminuzione delle ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate, il calo riguarda sia il dato congiunturale che quello tendenziale. Lo comunica l'Inps spiegando che si è passati dai 102,5 milioni di ore autorizzate a marzo scorso a 92,1 milioni di aprile, con una contrazione delle richieste del -10,1%. Rispetto al mese di aprile 2010, invece, nel quale furono autorizzate 114,7 milioni di ore, la diminuzione è stata addirittura del -19,7%. Non c'e poi da dimenticare che al dato delle richieste in diminuzione, si sta confermando costante negli ultimi mesi anche quello di un bassissimo tiraggio, sceso in gennaio a circa il 34%. Solo un terzo delle ore autorizzate viene effettivamente utilizzato in azienda. Dai dati di aprile dell'Inps emerge che, per quanto riguarda gli interventi ordinari (CIGO), le ore autorizzate sono diminuite del -17,1% rispetto a marzo, essendo passate da 23,2 a 19,2 milioni. Ancora più sensibile (-41,2%) il calo rispetto allo stesso mese di aprile dell'anno scorso: ad aprile 2010, infatti, le ore autorizzate furono 33,1 milioni. Il forte decremento della cassa integrazione ordinaria rispetto ad un anno fa si registra sia nell'industria (-47,1%) sia nell'edilizia (-22,5%). Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria (CIGS), "pari a 42,4 milioni a aprile, risulta invece praticamente invariato rispetto a marzo 2011, mentre nel confronto con il mese di aprile 2010 la diminuzione è stata del -22,8%".
    Anche gli interventi in deroga (CIGD) "per i quali sono state autorizzate 30,5 milioni di ore, sono diminuiti rispetto al mese di marzo 2011 del -17,3%", con una variazione tendenziale che, invece, risulta positiva e pari al 14,1%". Tutti i settori produttivi mostrano un segno meno nelle richieste di cassa integrazione, tra marzo ed aprile: -6,9% industria e artigianato; -12,8% edilizia; -28,7% commercio. A livello territoriale la diminuzione più sensibile riguarda il Nord Est dove le richieste di cassa integrazione sono diminuite del -26,8%; seguono il Centro (-13,7%); il Nord Ovest (-5,6%) e il Sud (-1,7%). La flessione nelle richieste di cassa integrazione nel primo quadrimestre dell'anno è scesa del -21,5%, passando da 414,4 milioni del periodo gennaio-aprile 2010 a 325,5 milioni dei primi quattro mesi del 2011.
    Nel complesso la cigo scende nel periodo del -47%, la cigs del -16,4%; solo la cigd aumenta rispetto al 2010, esattamente del 9,2%". L'Inps rileva che risultano in calo anche le domande di disoccupazione e mobilità, i cui dati sono riferiti ai primi tre mesi dell'anno. Le domande di disoccupazione presentate nel marzo del 2011 sono state 73 mila, contro le oltre 78 mila dello stesso mese del 2010 (-7%). Più accentuata ancora la diminuzione delle richieste di mobilità, passate dalle oltre novemila del 2010 a poco più di seimila di quest'anno (-30,25%) (INPS).
  • 29/04/2011 – Lavoro. A marzo 2011 gli occupati sono 22.977 mila unità, in aumento dello 0,5% (+111 mila unità) rispetto a febbraio. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione è in crescita dello 0,6% (+141 mila unità).
    L’aumento registrato nel mese è dovuto sia alla componente maschile, sia, e soprattutto, a quella femminile. Il tasso di occupazione è pari al 57,1%, in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto a febbraio sia a marzo 2010.
    Anche il numero dei disoccupati (pari a 2.071 mila) registra una crescita del 2% rispetto a febbraio (+40 mila unità). L’aumento riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Su base annua il numero di disoccupati diminuisce del 2,5% (-53 mila unità). Dopo la lieve flessione di febbraio il tasso di disoccupazione risale di un decimo di punto e si attesta all’8,3%. Su base annua si registra invece una diminuzione di 0,2 punti percentuali. Dopo la riduzione registrata a febbraio, il tasso di disoccupazione giovanile sale di 0,3 punti percentuali, posizionandosi al 28,6%. A marzo gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,8% (-114 mila unità) rispetto al mese precedente, portando il tasso di inattività al 37,7% (Istat).
  • 29/04/2011 – Disoccupazione in Europa. La disoccupazione nei Paesi dell’euro in marzo si assesta al 9,9%, lo stesso livello di febbraio. Un miglioramento dello 0,2% rispetto a marzo 2010 ma comunque sempre un segnale preoccupante del fatto che l’economia continentale, eccetto il caso unico della Germania, è ferma. Un dato confermato dal 9,5% della disoccupazione nell’intera Europa dei 27 che rappresenta anche qui un miglioramento sul 9,7% dell’anno scorso.
    Complessivamente, ha stimato Eurostat, i disoccupati europei sono stati rispettivamente 15,59 milioni nell’euro zona e 22,82 milioni nell’intera Europa dei 27, registrando così un miglioramento sia su febbraio 2011 che su marzo 2010. Il tasso di disoccupazione italiano di marzo è stato pari all'8,3%, in crescita rispetto all'8,2% di febbraio, mentre nel marzo 2010 era all'8,5%. Tra i Paesi messi meglio ci sono Olanda (4,2%), Austria (4,3%) e Lussemburgo (4,5%). Record negativo per Spagna (20,7%), seguita da Lituania (17,3%) e Lettonia (17,2%). Altro discorso per la disoccupazione giovanile dove nell’area euro il dato complessivo è al 19,8% e quello complessivo dell’Unione europea è al 20,7%. In cima la Spagna (44,6%), seguita da Grecia (36,1%) e  Italia, dove i giovani senza lavoro sono il 28,6%, in aumento rispetto al 28,3% di febbraio e al 27,3% dell’anno scorso (Eurostat).
  • 20/04/2011 – Medie imprese. Le prime a  risentire della crisi. Le prime anche a  riavviare  il proprio percorso di crescita e a guardare al 2011 con ragionevole ottimismo. Le 4.030 medie imprese industriali  (3.921  considerando  quelle  che  presentano  il  bilancio  in  forma  consolidata), monitorate  da  dieci  anni  da  Mediobanca  e  Unioncamere  nella  periodica  indagine  annuale, hanno ripreso fiato nel 2010 e prevedono per quest’anno un ulteriore miglioramento di tutti gli indicatori  economici,  dopo  aver  subito  nel  2009  un  forte  calo  del  fatturato  (-16,3%),  delle esportazioni  (-18,4%)  e  del  valore  aggiunto  (-9,1%),  Certo  qualcuna  è  “caduta  sul  campo", visto che nel passaggio dal 2007 al 2008, annus horribilis della crisi per le medie imprese, 240 aziende hanno smesso di far parte di questa componente così dinamica della nostra economia, uscendo dal campo di osservazione dell’indagine o perché hanno ridotto la propria dimensione (in termini occupazionali o di fatturato) o perché sono state acquisite o, in casi più rari, perché fallite.  Una  elaborazione  svolta  all’interno  dell’indagine  di  quest’anno mostra  che  se  questi campioni del Made in Italy avessero pagato gli stessi oneri fiscali delle grandi imprese (32,9% invece del 45,5%), avrebbero “risparmiato” in 10 anni quasi 9 miliardi di euro, pari al 20% dei mezzi propri a  fine 2008, al 16% del cumulo degli  investimenti eseguiti ed al 24% degli utili del decennio (L’indagine  Mediobanca  e  Unioncamere  copre  l’universo  delle  medie  imprese  manifatturiere  italiane  definite  nella  classe  50-499 dipendenti e 15-330 mln€ di fatturato).
  • 20/04/2011 – Fatturato e ordinativi. A febbraio il fatturato dell’industria è aumentato dell'1,5% rispetto al mese precedente, con incrementi pari all’1,8% sul mercato interno e all’1,0% su quello estero. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di febbraio 2011 sono 20 come a febbraio 2010) il fatturato cresce in termini tendenziali del 12,8%. La variazione congiunturale degli ordinativi totali è pari a +1,9%, per effetto di una crescita dell’1,7% degli ordinativi interni e del 2,1% di quelli esteri. Nel confronto con il mese di febbraio 2010, gli ordinativi grezzi registrano una crescita del 16,2%.
    Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali del 2,8% per l'energia, del 2,0% per i beni strumentali, dell’1,6% per i beni intermedi e dello 0,7% per i beni di consumo. All’interno di questi ultimi, i durevoli crescono del 4,5%, mentre i non durevoli registrano una variazione nulla.
    Nel confronto tendenziale, il contributo più ampio alla crescita del fatturato viene dalla componente relativa ai beni intermedi, sia per il mercato interno, sia per quello estero. I settori di attività economica per i quali si registrano, rispetto a febbraio 2010, gli incrementi maggiori del fatturato totale sono quelli della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+30,7%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+25,5%).
    Per gli ordinativi, l’aumento tendenziale maggiore si osserva per la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+34,0) (Istat).
  • 15/04/2011 – Commercio estero. A febbraio 2011 si rileva una riduzione congiunturale dell’1,4% per l’export e dello 0,4% per l’import, dovuta alle più ampie flessioni registrate sui mercati extra Ue (-4,3% per l’export e -1,6% per l’import), a fronte di una limitata crescita per gli scambi con i mercati comunitari (+1% per l’export e +0,6% per l’import). Nell’ultimo trimestre l’aumento riguarda entrambi i flussi, più sostenuto per l’area extra Ue. 
    La crescita tendenziale di febbraio risulta elevata per ambedue i flussi (+18,5% l’export e +19,4% l’import), contenendo l’aumento dei primi due mesi dell’anno al 21,2% per l’export e al 24,7% l’import, con una decelerazione maggiore per gli scambi extra Ue.
    Si conferma poi la dinamica più sostenuta dei valori medi unitari delle importazioni (+14,9%) rispetto a quelli delle esportazioni (+9,4%). L’aumento dei volumi è più contenuto per l’import (+3,9%) rispetto all’export (+8,3%).
    Il disavanzo nei primi due mesi dell’anno supera i 10 miliardi, rispetto ai quasi 7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2010. Nello stesso periodo, al netto dei prodotti energetici, si registra un avanzo di 0,5 miliardi (+1,3 nel primo bimestre 2010).
    Il contributo maggiore alla crescita tendenziale dei flussi arriva dai prodotti intermedi, con aumenti tendenziali superiori per le importazioni (+40,2%) rispetto alle esportazioni (+24%). Il deficit commerciale di questi prodotti nei primi due mesi sale a 4,2 miliardi.
    Risultano in flessione le importazioni di beni strumentali (-0,4%) e di consumo durevoli (-2,1%). Gli avanzi commerciali registrati nei primi due mesi dell’anno per queste tipologie di beni sono pari, rispettivamente, a 4 e 1,3 miliardi. I prodotti esportati più dinamici sono il coke e prodotti petroliferi raffinati (+45,4%) e i metalli e prodotti in metallo (+33,3%) (Istat).
  • 11/04/2011 – FMI World Economic Outlook. La ripresa globale tiene con un tasso di crescita previsto al 4,4% quest'anno e del 4,5% nel 2012, ma è allarme disoccupazione nelle economie avanzate, mentre quelle emergenti e in via di sviluppo, che restano il motore dell'espansione, vanno incontro a rischi di surriscaldamento. È questa la valutazione dell'Fmi nell'ultimo, diffuso oggi a Washington che ha lasciato invariate le stime sulla crescita globale rispetto all'aggiornamento del gennaio di quest'anno. Sul fronte dei conti pubblici, l'Italia, per il Fmi «è più vicina di altri paesi europei a raggiungere l'obiettivo di un deficit sotto il 3% nel 2013, ma servono ulteriori misure». Il deficit italiano nel 2011 si attesterà al 4,3% del Pil per poi scendere al 3,5% nel 2012. Le nuove stime del Fmi parlano poi di un debito al 120,3% quest'anno e al 120,0% nel 2012. Il prodotto interno lordo italiano dovrebbe crescere dell'1,1 per cento nel 2011 e dell'1,3 per cento nel 2012. Si tratta di una stima superiore dello 0,1 per cento rispetto al precedente outlook diffuso a gennaio. Secondo il Fmi, in Europa si può prevedere uno scenario con «espansione graduale ma sbilanciata», con le economie avanzate che registreranno un aumento del Pil reale dell'1,7% nel 2011 e dell'1,9% nel 2012, mentre in quelle emergenti si avrà una crescita del 3,7% nel 2011 e del 4% nel 2012. In particolare, il Fmi prevede che il Pil della Zona Euro cresca dell'1,6% nel 2011 e dell'1,8% nel 2012, contro l'1,7% del 2010 e la contrazione del 4,1% dell'anno precedente (in particolare, nel quarto trimestre di quest`anno e dell'anno prossimo si dovrebbe registrare rispettivamente un rialzo dell'1,5 e del 2,1%, contro il 2% degli ultimi tre mesi 2010). Sempre nell'Eurozona il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere alto, attestandosi al 9,9% nel 2011 e al 9,6% nel 2012 dal 10% del 2010. L'inflazione dovrebbe invere rimanere contenuta, con un aumento dei prezzi del 2,3% quest`anno e dell`1,7% l'anno prossimo, dopo il +1,6% del 2010 (FMI).
  • 11/04/2011 – Produzione industriale. A febbraio 2011 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,4% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre dicembre-febbraio l’indice è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2011 l’indice è aumentato del 2,3% in termini tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2010). Nella media dei primi due mesi dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a febbraio 2011, una crescita tendenziale per i raggruppamenti dei beni strumentali (+6,5%) e dei beni intermedi (+3,5%). Diminuiscono, invece, del 3,0% per il comparto dell’energia e dell’1,1% per i beni di consumo. Nel confronto tendenziale, i settori dell’industria manifatturiera caratterizzati da una crescita più accentuata sono: fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+10,6%), metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (+8,8%) e altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+7,3%). Il settore che in termini tendenziali registra in febbraio la più ampia variazione negativa è quello della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-12,3%) (Istat).
  • 01/04/2011 - Occupazione 2010. Nella media del 2010 l'occupazione si è  ridotta dello 0,7% (-153.000 unità) rispetto all'anno precedente. La flessione è dovuta eslusivamente alla componente maschile (-1,1%, pari a  -155.000 unità in confronto al 2009). Tra il 2009 e il 2010  l'occupazione italiana cala di 336.000 unità, con un tasso di  occupazione in discesa dal 56,9% al 56,3%. L'occupazione straniera  aumenta di 183.000 unità, ma il tasso di occupazione scende dal 64,5% al  63,1% (dal 77,7% al 76,2% per gli uomini e dal 52,1% al 50,9 % per le  donne).
     Il tasso di occupazione complessivo si attesta al 56,9% (era pari al  57,5% nel 2009). A livello territoriale, alla riduzione dell'indicatore  nel Nord e nel Centro si accompagna la nuova significativa flessione nel  Mezzogiorno.
  • 01/04/2011 - Lavoro. A febbraio gli occupati sono 22.814 mila unità, in  aumento dello 0,1% (17 mila unità) rispetto a gennaio 2011. Nel  confronto con l’anno precedente l’occupazione è in calo dello 0,3% (-65  mila unità). La diminuzione riguarda la sola componente maschile. Il  tasso di occupazione è pari al 56,7%, invariato rispetto a gennaio e in  calo di 0,3 punti rispetto a febbraio 2010. Il numero dei disoccupati,  pari a 2.088 mila, registra una diminuzione del 2% (-43 mila unità)  rispetto a gennaio. Sia la componente maschile sia quella femminile  risultano in flessione. Su base annua la diminuzione del numero di  disoccupati è dell’1% (-21 mila unità).
     Il tasso di disoccupazione si attesta all’8,4% con una diminuzione di  0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 0,1 punti su base annua.  Il tasso di disoccupazione giovanile scende al 28,1% con una diminuzione  congiunturale di 1,3 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64  anni aumentano dello 0,1% (21 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività, dopo la crescita dei tre mesi precedenti, resta  stabile al 38%.
  • 01/04/2011 - Disoccupazione in Europa. A febbraio il tasso di  disoccupazione nell'Eurozona cala a 9,9% dal 10% di gennaio(10% di  febbraio 2010). Nella Ue cala al 9,5% dopo 9,4% di gennaio (9,6% di  febbraio 2010). I disoccupati erano 15,747 mln nell'Eurozona e 23,051  mln nella UE. Rispetto a gennaio rispettivamente 77mila occupati in meno  e 99mila (su febbraio 2010 -77mila e -31mila). Il tasso di  disoccupazione giovanile (dei giovani sotto i 25 anni) è rispettivamente  al 19,4% e al 20,4% . In Italia il tasso di disoccupazione scende  all'8,4% dall'8,6% di gennaio e si registra un calo del tasso di  disoccupazione degli under 25 rispetto a gennaio 2011, passando dal  29,4% al 28,1%. Scende anche il dato under 25 della Francia (dal 21,4%  di gennaio 2011 a 21,1% di febbraio 2011), e cala gradualmente anche il  Portogallo (21,3% a febbraio 2011 contro il 21,8% di febbraio 2010), Il  dato piu' alto della disoccupazione giovanile nell'UE rimane quello  della Spagna (43,5%), seguita della Grecia (36,1% nel quarto trimestre  del 2010).
  • 18/03/2011 Fatturato e ordinativi - A gennaio il fatturato  dell’industria aumenta dell'1,0% rispetto al mese precedente, con  incrementi pari all’1,0% sul mercato interno e allo 0,9% su quello  estero. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di  gennaio 2011 sono 20 contro i 19 di gennaio 2010) il fatturato risulta  cresciuto dell’8,0% in termini tendenziali. La variazione congiunturale  degli ordinativi totali è pari a -0,3%, per effetto di una riduzione  dell’1,4% degli ordinativi interni e di una crescita di pari entità di  quelli esteri. Nel confronto con il mese di gennaio 2010, gli ordinativi  grezzi registrano una crescita del 17,5%. Gli indici destagionalizzati  del fatturato segnano variazioni congiunturali positive per i beni  intermedi (+3,4%) e per quelli strumentali (+2,0%) e diminuzioni per  l'energia (-3,5%) e per i beni di consumo (-1,2%). All’interno di questi  ultimi, la riduzione è pari al 3,7% per quelli durevoli e allo 0,8% per  quelli non durevoli. Nel confronto tendenziale, il contributo più ampio  alla crescita del fatturato viene dalla componente relativa ai beni  intermedi, sia per il mercato interno sia per quello estero. I settori  di attività economica per i quali si rileva, rispetto a gennaio 2010, la  crescita più accentuata del fatturato totale sono quelli della  metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+29,7%) e della  fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi  elettromedicali, di misurazioni e orologi (+21,2%). Per gli ordinativi,  l’incremento tendenziale maggiore dell'indice grezzo si osserva per la  metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+36,4)(Istat).
  •  18/03/2011 Commercio estero - A gennaio 2011 le esportazioni registrano  una crescita congiunturale del 4,3%, particolarmente rilevante verso i  paesi extra Ue (+8,9%), superiore a quella delle importazioni (+2,8%). 
     La crescita tendenziale è molto sostenuta per entrambi i flussi e più  intensa per le importazioni (+31,3%) rispetto alle esportazioni  (+25,1%). Il più ampio incremento tendenziale dei valori importati è  interamente spiegato dalla dinamica più sostenuta dei valori medi  unitari (+14,2%) rispetto alle esportazioni (+8,7%), mentre l’aumento  dei volumi è pari a circa il 15% sia per l’import, sia per l’export. Il  persistente disavanzo commerciale peggiora ulteriormente, passando da 4  miliardi di gennaio 2010 a 6,6 miliardi di gennaio 2011. Il comparto  energetico registra, a gennaio 2011, un consistente ampliamento del  disavanzo (-5,8 miliardi rispetto a -3,9 di gennaio 2010), contribuendo  per oltre due terzi all’incremento del deficit complessivo. I beni  strumentali (+28,8%) registrano la più alta crescita tendenziale delle  esportazioni manifatturiere e fanno registrare un saldo attivo di 1,7  miliardi. Per i prodotti intermedi si rileva una crescita tendenziale  delle importazioni (+52,6%) nettamente più ampia di quella delle  esportazioni (+27%) ed un deficit commerciale pari a 2,3 miliardi.  I  prodotti più dinamici alle esportazioni sono il coke e prodotti  petroliferi raffinati (+64,5%), i mezzi di trasporto, esclusi  autoveicoli (+55,6%), gli autoveicoli (+35%) e i metalli (+30,7%).  Le  vendite di mezzi di trasporto (eccetto autoveicoli) negli Stati Uniti,  di metalli verso Germania e Svizzera, e di prodotti petroliferi  raffinati verso la Spagna guidano la crescita delle esportazioni. Il  petrolio greggio e gas naturale dai paesi Opec e i computer e apparecchi  elettronici ed ottici dalla Cina forniscono il maggior impulso alla  crescita delle importazioni(Istat).
  •  14/03/2011 - Produzione in Europa. Nel mese di gennaio 2011, rispetto a  dicembre, la produzione industriale è cresciuta dello 0,3% nell’eurozona  e dello 0,6% nella UE27. Nel mese di dicembre la produzione era  aumentata rispettivamente dello 0,3 e dello 0,2%. Nel gennaio 2011  rispetto a gennaio 2010, la produzione industriale è cresciuta del  6,6%nell’eurozona e del 6,8% nella UE27.
     Rispetto a dicembre 2010 si è registrato In Italia -1,5% (+0,6% su base  annua), in Germania 0,1%, in Francia 1,1%, in Spagna 1,4% e nel Regno  Unito dello 0,7% (Eurostat). 
  • 14/03/2011 – Export regioni italiane. Nella media del 2010 la ripresa delle esportazioni ha interessato tutte le ripartizioni territoriali. Particolarmente elevato e' stato l'aumento registrato per l’Italia insulare (più 51,7 per cento), dovuto al forte incremento delle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati. Anche l’Italia centrale e quella meridionale registrano aumenti superiori alla media nazionale (pari, rispettivamente, a più 17,2 e più 15,9 per cento). 
    La dinamica congiunturale, valutata sulla base dei dati trimestrali depurati della componente stagionale, evidenzia, nel quarto trimestre 2010 rispetto al trimestre precedente, variazioni positive delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali, con incrementi contenuti per le regioni nord-orientali (più 0,3 per cento). Gli aumenti più consistenti si registrano per l’area del mezzogiorno (più 4,2 per cento) e per l’Italia centrale (più 2,9 per cento) (Istat). 
  • 11/03/2011 -  Pil IV trimestre 2010. Nel quarto trimestre del 2010 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2000, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e dell’1,5 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2009. La stima preliminare diffusa il 15 febbraio scorso aveva rilevato un aumento congiunturale dello 0,1 per cento e una crescita tendenziale dell’1,3 per cento.
    Il quarto trimestre del 2010 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del quarto trimestre del 2009. La crescita acquisita per il 2011 è pari allo 0,4 per cento.
    Nel 2010 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell’1,2 per cento. Il Pil non corretto per gli effetti di calendario, come comunicato l’1 marzo, è aumentato, invece, dell’1,3 per cento (Istat).
  • 10/03/2011 - Produzione industriale. A gennaio 2011 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito, rispetto a dicembre 2010, dell’1,5%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice è inferiore dello 0,1% rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti. 
    Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio 2011 l’indice aumenta in termini tendenziali dello 0,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di gennaio 2010).
    A gennaio 2011 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano una crescita per il raggruppamento dei beni strumentali (+5,4%) e per quello dei beni intermedi (+3,1%). I beni di consumo diminuiscono del 5,9% mentre rimane invariato il comparto dell’energia.
    Nel medesimo confronto tendenziale, i settori dell’industria manifatturiera caratterizzati da una crescita più accentuata sono: fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+13,9%), fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+11,0%) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (+9,9%).
    Il settore che in termini tendenziali registra in gennaio la diminuzione più ampia è quello della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-11,1%) (Istat).
  • 01/03/2011  PIL. Nel 2010 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.548.816 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,9% rispetto all’anno precedente. La variazione del Pil in volume è stata pari all’1,3%. I dati finora disponibili per gli altri paesi indicano un aumento del Pil in volume dell’1,3% nel Regno Unito, dell’1,6% in Francia, del 2,8% negli Stati Uniti, del 3,6% in Germania e del 3,9% in Giappone. L’aumento del Pil in volume è la sintesi di una crescita dello 0,6% dei consumi finali nazionali, del 2,5% degli investimenti fissi lordi e del 9,1% delle esportazioni di beni e servizi. Le importazioni sono aumentate del 10,5%. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un aumento in volume dell’1,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, del 4,8% nell’industria in senso stretto, dell’1,0% nei servizi e una flessione del 3,4% nelle costruzioni. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP) in rapporto al Pil è stato pari al -4,6% (era pari al -5,4% nel 2009) (Istat).
  •  01/03/2011  LAVORO. A gennaio gli occupati sono 22.831 mila unità, in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unità) rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione è in calo dello 0,5% (-110 mila unità). La diminuzione registrata nel mese è dovuta sia alla componente maschile sia a quella femminile. Il tasso di occupazione è pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Il numero dei disoccupati, pari a 2.145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unità) rispetto a dicembre. Il risultato è sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati è del 2,8% (+58 mila unità). Per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione si attesta all’8,6% con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua. Prosegue la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 29,4% (Istat).

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