Euribor sale, cosa accade ai mutui variabili?
L'esperto risponde:
I mutui a tasso variabile sono generalmente legati al tasso Euribor o al tasso di riferimento della Banca Centrale Europea (BCE). L’Euribor è il tasso interbancario, ovvero il tasso ottenuto dalla media ponderata dei tassi di interesse ai quali le banche dell'Unione Europea scambiano tra loro denaro.
Il Tasso di riferimento della Banca Centrale Europea invece rappresenta il tasso al quale la BCE concede prestiti alle banche operanti nell’Unione Europea. Per un mutuo indicizzato all’andamento dei tassi, l’aumento di questi parametri comporta il pagamento di una rata maggiore.
Nel corso del 2010 gli indici Euribor hanno raggiunto i minimi storici (0,63% la scadenza a 3 mesi e 0,40% quella mensile). Da allora però i tassi sono gradualmente aumentati: al 9 febbraio si passa dall’1,09% della scadenza a tre mesi fino al 1,7% della scadenza annuale. I tassi BCE, al contrario, sono rimasti costanti. I due tassi a rigore di logica dovrebbero muoversi allo stesso modo, anche se va segnalato che nel 2008 e in altre occasioni si sono create delle divergenze.
L’Euribor è infatti un tasso che dipende anche dalle condizioni finanziarie del settore bancario e se vi sono problemi di liquidità dovuti a semplici scadenze tecniche o peggio a timori di difficoltà di uno o più istituti, il tasso tende ad aumentare. Nel momento in cui si accende un mutuo a tasso variabile, non bisogna dimenticarsi di analizzare il parametro a cui si è ancorati.
Come andrà il dollaro sull'euro nel 2011?
L'esperto risponde:
L’andamento del tasso di cambio è strettamente correlato alle variabili fondamentali che caratterizzano l’andamento di ciascuna economia. L’anno appena trascorso ha determinato un generalizzato deprezzamento della moneta unica europea nei confronti delle principali valute e la causa è riconducibile al debito e al deficit di molti paesi che superano notevolmente i vincoli imposti dal Trattato di Maastricht.
Posto che i fondamentali macroeconomici europei risultano essere tuttora deboli sia relativamente alle prospettive di crescita sia per quanto riguarda la solidità dei bilanci pubblici, è difficile ipotizzare per il lungo periodo un rafforzamento generalizzato dell’Euro nei confronti delle principali valute.
Al contrario, la valuta statunitense, pur contraddistinta da alcune debolezze strutturali, sta invece dando segnali di ripresa, come emerge dal recente rapporto congiunturale della Federal Reserve, il Beige Book. Ai consumi in aumento e alla spesa pubblica molto elevata, potrebbero infatti aggiungersi anche gli investimenti delle aziende. Al di là di movimenti di breve termine pro-euro, è perciò a nostro avviso probabile che il dollaro continui a recuperare contro euro anche nel 2011.