Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Fondo di garanzia per 9mila Pmi

 

Dopo un 2010 da record, non si arresta il boom del fondo di garanzia per le Pmi. Nei primi due mesi del 2011 sono state accolte oltre 9mila richieste e prestate garanzie per 850 milioni, che hanno "sbloccato" un miliardo e mezzo di finanziamenti. E se il bilancio dello scorso anno evidenziava un raddoppio dei volumi, ora il ritmo di crescita, seppur rallentato, indica un +48,5% per le domande presentate, +46% per quelle accolte e +29% per gli importi garantiti.

 
«Cresce anche l'interesse - aggiunge Claudia Bugno, presidente del Comitato di gestione del fondo di garanzia - dimostrato dal sistema del credito: sono 267 le banche che operano con il fondo, in forte aumento rispetto alle 170 del 2010». Istituti di credito che si affiancano a 22 società di leasing e 168 confidi.

 
Con il "bollino" dello Stato - che quest'anno dispone di un budget di 279 milioni più i rientri stimati tra i 200 e i 230 milioni – le imprese possono ottenere finanziamenti senza costi di fideiussione o polizze assicurative e per la banca che concede il prestito c'è la sicurezza di essere risarcita dallo Stato in caso di insolvenza. Eventualità finora abbastanza remota visto che «le insolvenze si attestano al 2 per cento» sottolinea Bugno.

 
La richiesta d'intervento resta sostenuta, alimentata in primis da imprese localizzate nel Centro (+89,5% a febbraio, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), di micro dimensioni (+53%) e appartenenti al settore dei servizi (+68%). Cresce di più il bisogno di interventi di garanzia diretta (+44%) rispetto a quelli di controgaranzia (+27%), che prevedono l'entrata in azione dei confidi.

 
L'istruttoria - che secondo il Comitato di gestione dura 12 giorni - boccia appena lo 0,6% delle richieste: tra le cause più ricorrenti di rinvio al mittente, un cash flow negativo o insufficiente al pagamento della rata e un elevato passivo circolante.
Spostando l'obiettivo su operazioni e finanziamenti accolti, il Comitato di gestione evidenzia come con riferimento all'intero periodo di operatività dello strumento (attivo da gennaio 2000) siano state garantite oltre 140mila operazioni per un ammontare di finanziamenti pari a 26,5 miliardi e un importo garantito di 14,2 miliardi.

 
«Al 28 febbraio - dice Bugno - lo stock dei finanziamenti e del garantito in essere risultava rispettivamente di 11,7 e 6,7 miliardi». Scende, invece, l'importo del prestito medio, oggi pari a 165.900 euro rispetto ai 190.200 del 2010, con le piccole imprese in controtendenza (da 233.700 a 237.600 euro).

 
La gran parte delle aziende continua a ricorrere alla garanzia per esigenze di liquidità (82%), mentre le operazioni d'investimento (18% del totale) si caratterizzano per un finanziamento medio più elevato (215mila euro contro 155mila). Tra gli obiettivi dichiarati per quest'anno c'è il rafforzamento della funzione anticiclica del fondo, aumentando la quota di garanzie a fronte di investimenti, «per rafforzare l'effetto moltiplicatore di sviluppo - precisa Bugno - soprattutto per le imprese che innovano e si affacciano sui mercati internazionali».

 
Per centrare il traguardo il Comitato di gestione ha aperto un tavolo di confronto con le Regioni sulle linee evolutive del fondo, «per avere un sistema della garanzia coordinato a livello centrale e locale».


A livello territoriale, la gran parte delle domande accolte riguarda imprese localizzate al Nord (il 46,3%) e nel Mezzogiorno (35,1%), mentre lo spaccato dei settori mostra il dominio del commercio in quanto a numero di operazioni (3.647) e dell'industria con riferimento ai finanziamenti (766,6 milioni di euro).

 
Si conferma, infine, il forte appeal del fondo di garanzia sulle micro imprese (il 62,2% del totale) seguite dalle piccole (29,8%) e medie (8 per cento).

 

 

 

Fondo di garanzia verso il Mef

 

 

 

Allo studio nel decreto sviluppo anche un intervento sul Fondo di garanzia per le pmi. Tra le misure all'esame dei tecnici ci sarebbe il trasferimento della governance dal ministero dello Sviluppo al ministero dell'Economia. Una norma di indirizzo che porterebbe a ridefinire i compiti tra ministri in termini di policy e regole dello strumento, istituito con la legge finanziaria del '97 per facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese alle fonti finanziarie mediante una garanzia pubblica.


Il Fondo ha supportato le imprese negli ultimi anni della crisi, contrassegnati da scarsa liquidità, ma rischia nei prossimi mesi di andare in sofferenza per l'esiguità di risorse a fronte delle domande crescenti (si veda Il Sole 24 ore del 27 aprile). Nell'intervista alla Padania dello scorso 24 aprile, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha citato il Fondo di garanzia tra i temi del piano, nello stesso capitolo che contiene la rinegoziazione dei mutui. Resta da vedere adesso se il passaggio di consegne entrerà già nel decreto sviluppo o potrà essere posticipato nella manovra di giugno e se potrà anche significare un assorbimento del Fondo tra i compiti della Cassa depositi e prestiti. Di certo, se l'intervento andrà in porto, si tratterà ancora di una volta di un tassello prezioso perso dallo Sviluppo economico, un ministero che in meno di due anni si è visto tagliare cospicui fondi e ha ceduto al ministero degli Affari regionali il lavoro di programmazione sui fondi Fas ed europei.


Intanto il ministero dello Sviluppo ha inviato all'Economia la proposta di riorganizzazione del fondo finanza d'impresa. Si tratta di uno strumento che ha l'obiettivo di facilitare l'accesso al capitale di rischio da parte delle imprese, anche mediante l'intervento in operazioni che prevedano l'adozione di nuovi strumenti di private equity.

 
Finora però è stato solo un contenitore all'interno del quale è stato inserito il Fondo di garanzia per le pmi. La proposta dello Sviluppo punterebbe a sganciare la "finanza di impresa" dalla "garanzia". A quel punto, resi indipendenti i due strumenti, si potrebbe finalmente agire anche sulla leva del capitale di rischio. Sempre ammesso che in futuro si individuino risorse statali

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Tematiche concernenti l'accesso al credito, le difficoltà del rapporto con gli Istituti, la tutela del risparmio e del consumatore

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