Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Tassi d’interesse area Euro (Euribor ed Eurirs).
La BCE ha di fatto sospeso la rimozione degli stimoli monetari straordinari, in attesa della normalizzazione delle condizioni di mercato. Tuttavia, entro la fine del 2010, in seguito ad una maggiore stabilità del sistema finanziario e ad una tenuta della crescita economica, i tassi di mercato dovrebbero cominciare a scontare le manovre restrittive del 2011.

Monetario.
È destinato a prolungarsi il periodo di stabilità dei tassi a breve in Europa. La remunerazione del monetario resterà quindi molto contenuta per quest’anno e buona parte del prossimo.

Economia mondiale.
L’espansione economica si è rafforzata nel primo semestre 2010, sostenuta dall’aumento della domanda interna asiatica e americana. Il commercio mondiale è in netta ripresa e i volumi di export dei paesi emergenti hanno ormai superato il livello pre-crisi. Anche la congiuntura europea è andata migliorando, nonostante la grave crisi che ha colpito il debito degli Stati cosiddetti “periferici” della zona euro in maggio. Nel 2010, l’economia mondiale dovrebbe registrare quindi una robusta variazione del PIL, dopo la contrazione del 2009, mentre il rischio di ricadute recessive nel corso dei prossimi mesi è minimo.

Inflazione.
L’inflazione è tornata quasi ovunque positiva a causa di effetti statistici e dei rincari dei carburanti avvenuti a partire dall’estate 2009. La svalutazione dell’euro dovrebbe transitoriamente accentuare la dinamica inflazionistica europea tra la metà di quest’anno e l’inizio del 2011. Tuttavia, la debolezza della domanda è attesa mantenere i tassi di inflazione relativamente bassi per tutto l’orizzonte prevedibile.

Politica monetaria.
Per tutto il 2010 dovrebbero prevalere condizioni di tassi di interesse a breve termine bassi rispetto alla media storica. Fed e BCE hanno iniziato a rimuovere la liquidità in eccesso, ma il programma BCE è stato sospeso a causa della crisi del debito pubblico. È a questo punto probabile che i tassi ufficiali non siano modificati per il resto dell’anno.

Valute.
Con la discesa vicino a 1,20 contro dollaro, l’euro ha quasi integralmente corretto la sopravvalutazione presente ad inizio anno (la cosiddetta “parità di potere d’acquisto” è calcolata in 1,17 circa). I fondamentali di medio periodo rimangono pro-dollaro (maggiore velocità di crescita per gli USA).

Materie Prime.
Negli ultimi mesi le quotazioni delle materie prime, ad esclusione dei Metalli Preziosi, hanno risentito significativamente della volatilità dei mercati finanziari, vedendo ridursi le quotazioni. L’attesa tenuta della crescita economica e il superamento della crisi finanziaria rappresentano elementi di supporto per i mercati delle materie prime, giustificando una moderata ripresa dei prezzi nella seconda metà del 2010.

Indebitamento.
Preferibile l’indebitamento a tasso fisso per le scadenze oltre i 10 anni, i cui tassi Eurirs sono ulteriormente scesi negli ultimi mesi; per scadenze brevi e medie il livello del tasso Euribor, solo marginalmente in salita, o quello del tasso BCE, atteso stabile, consentono di ridurre considerevolmente il costo complessivo del finanziamento grazie a una rata di molto inferiore nei primi anni del finanziamento.

La ripresa si consolida, e continuerà nei prossimi mesi.
A inizio 2010 l’espansione è stata inizialmente trainata dai paesi emergenti asiatici e dagli Stati Uniti, ma in seguito
si è estesa anche alla zona euro. Una svolta restrittiva del ciclo di politica monetaria si è già verificata in alcuni paesi emergenti, come la Cina, ma nel resto del mondo prevale la cautela e un ritiro dello stimolo monetario è atteso gradualmente soltanto dal prossimo anno. Per tutto il 2010 dovrebbero prevalere condizioni di tassi di interesse a breve termine bassi rispetto alla media storica.
L’inflazione, sebbene positiva, è attesa molto contenuta.

Stati Uniti: la crescita sorprende positivamente.
La ripresa economica si è rafforzata nel corso del primo semestre 2010 e le proiezioni per l’intero anno si sono
fatte progressivamente più ottimistiche, fino a toccare il 3,4%. La coda degli stimoli fiscali, il ciclo delle scorte, gli
investimenti delle imprese e i consumi dovrebbero sostenere la ripresa economica anche nei prossimi mesi.
L’occupazione dovrebbe crescere, anche se il tasso di disoccupazione è atteso comunque elevato. La Federal Reserve dovrebbe mantenere i tassi di interesse a 0-0,25% per tutto l’anno, pur drenando parte delle riserve in eccesso. Lo scenario a più lungo termine è offuscato dall’elevato deficit pubblico, ancora vicino al 10% del PIL e per il momento destinato a calare passivamente soltanto per effetto della ripresa economica.
Zona euro: ripresa economica in corso, nonostante la crisi fiscale.
La crescita economica ha sorpreso in positivo anche nella zona euro, che beneficia dell’effetto traino fornito dalla domanda mondiale e dagli stimoli fiscali tedeschi e francesi. Le indagini di fiducia segnalano che la ripresa dovrebbe estendersi al secondo semestre portando la crescita media annua del 2010 a 1,1%. L’inflazione dovrebbe essere “gonfiata” dalla svalutazione dell’euro, ma rimanendo ampiamente sotto il 2%. La BCE è attesa mantenere i tassi ufficiali all’1% per tutto l’anno, oltre a garantire fino a dicembre condizioni di liquidità generose: la sua priorità è attualmente quella di garantire la stabilità finanziaria nella zona euro, parzialmente compromessa in maggio dagli sviluppi della crisi greca. Come è noto, infatti, Unione Europea e FMI hanno fornito assistenza finanziaria alla Grecia per evitarle il ricorso al mercato nei prossimi due anni, in cambio di un severo programma di risanamento fiscale. Tuttavia, situazioni fiscali complesse si hanno anche in Portogallo, Irlanda e Spagna, tutti paesi già costretti a correggere la politica fiscale, mentre la BCE ha lanciato un programma di acquisto di titoli di stato per sostenerne le condizioni di liquidità.

Giappone: ripresa economica fragile.
Dopo la pesantissima contrazione del 2009 (-5,2%), la ripresa economica è stata più forte del previsto nei primi mesi del 2010, tanto che si attende ormai una crescita media annua superiore al 3%. La maggiore ombra su questa ripresa è costituita dall’andamento esplosivo del debito pubblico, che, anche secondo i nuovi piani fiscali del governo, non dovrebbe cominciare a scendere prima di 10 anni. I tassi ufficiali di interesse sono attesi stabili e vicini a zero per tutto l’anno.


Tassi d’interesse area Euro (Euribor ed Eurirs).
I timori sui conti pubblici dei paesi europei cosiddetti “periferici” (come Grecia, Spagna e Portogallo) hanno modificato il quadro e le prospettive dei tassi Euribor ed Eurirs. A fronte di una BCE che ha sostanzialmente sospeso l’avvio della rimozione degli stimoli monetari di natura eccezionale introdotti dal 2008, i tassi d’interesse a breve termine (tasso BCE) e tassi Euribor appaiono destinati a rimanere stabili per tutto il 2010 e per parte del 2011. I tassi Eurirs si sono ridotti da inizio 2010, soprattutto sulle scadenze medio-lunghe e sembrano avviati a rimanere su livelli contenuti nella seconda metà del 2010. Tuttavia, entro fine anno, per effetto di una probabile
normalizzazione nei mercati finanziari, potranno emergere segnali di risalita dei tassi Eurirs per scontare l’attesa tenuta della crescita economia e la progressiva rimozione degli stimoli monetari in corso.
I tassi Euribor dovrebbero invece registrare un moderato aumento, in corrispondenza con la normalizzazione del mercato interbancario.

Valute.
I problemi di bilancio emersi per i paesi “periferici” della zona euro hanno fortemente indebolito l’euro nel primo semestre dell’anno.
Con la discesa vicino a 1,20 contro dollaro, l’euro ha quasi integralmente corretto la sopravvalutazione presente ad inizio anno essendo la cosiddetta “parità di potere d’acquisto” tra dollaro ed euro calcolata in 1,17 circa. I fondamentali di medio periodo rimangono tuttavia pro-dollaro, sia perché gli Stati Uniti stanno uscendo dalla recessione più velocemente dell’Europa, sia perché il tema del debito dei cosiddetti paesi “periferici” della zona euro rimarrà probabilmente un elemento strutturale di debolezza per l’euro. La velocità di apprezzamento del dollaro sarà tuttavia presumibilmente molto più lenta rispetto al primo semestre.
Materie prime.
Le attese di tenuta della crescita economica rappresentano un elemento di sostegno per i mercati delle materie prime. I fattori a supporto della domanda sono ancora legati al ruolo dei grandi paesi emergenti (Cina, India e Brasile) in questa fase della ripresa mondiale, vista la minore forza del ciclo economico dei Paesi Industrializzati.
Tuttavia, a causa della crisi dei cosiddetti “periferici”, il peso delle sole economie in via di sviluppo non ha impedito la discesa dei prezzi delle materie prime più cicliche (metalli industriali e petrolio) da maggio 2010, nonostante il miglioramento del contesto macroeconomico internazionale. Riguardo il petrolio, il quadro di lungo termine resta
vincolato alle spinte rialziste connesse all’aumento dei consumi energetici nei paesi emergenti, unite ad una tenuta dei consumi dei paesi industrializzati. Tuttavia, il perdurante margine di capacità disponibile e il costante trend di accumulo delle scorte dovrebbero limitare l’aumento delle quotazioni anche sul finire del 2010. Discorso non dissimile per i Metalli Industriali, che dovrebbero in ogni caso beneficiare della tenuta della crescita mondiale e di quella delle economie emergenti in particolare. Sui Metalli Preziosi, qualora la volatilità dei mercati finanziari dovesse perdurare, non escludiamo tensioni rialziste di breve termine .Tuttavia, le nostre previsioni di normalizzazione dei mercati finanziari implicano che le quotazioni dell’oro dovranno allontanarsi dai massimi storici recentemente raggiunti. Infine le materie prime agricole, le cui quotazioni si sono ridotte dall’inizio del 2010,
dovrebbero evidenziare un recupero basato su un atteso buon andamento della domanda di biocombustibili e della domanda alimentare stimolata dalla crescita demografica delle economie emergenti.

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