In Sardegna la microfinanza prende il largo
di Claudio Tucci
24 marzo 2010
Un importante "laboratorio di microfinanza" è presente in Sardegna, che ha messo sul piatto 50 milioni di euro, fino al 2013, per l'avvio e l'investimento di attività imprenditoriali da parte di soggetti socialmente svantaggiati e di cooperative sociali.
Secondo quanto annunciato dall'assessore regionale al lavoro, Franco Manca, il finanziamento (per importi che vanno da un massimo di 25mila euro e un minimo di 5mila) avrà una rateizzazione mensile ed è destinato, tra l'altro, a ditte individuali, microimprese, organismi no profit, operanti, soprattutto, nei settori del turismo, commercio di prossimità, Itc, tutela dell'ambiente ed energie rinnovabili. «Al momento - ha spiegato Manca - siamo in fase di promozione dell'iniziativa in tutte le province dell'isola e contiamo di partire per i primi di maggio».
Punta, invece, su sostenibilità e responsabilità il comune di Cagliari, che ha stanziato 300mila euro per erogare microcrediti a cittadini esclusi dal sistema creditizio nazionale. Il 75% del fondo, ha ricordato l'assessore comunale alla programmazione Antonello Melis, sarà destinato alla garanzia dei progetti di microcredito, mentre il restante 25% verrà dirottato ad «attività di sviluppo», ossia a una serie di attività tecniche funzionali e accessorie all'erogazione del credito, come informazioni e accompagnamento nella stesura del business plan, monitoraggio e consulenza nell'avvio e sviluppo dell'impresa. A beneficiare dell'iniziativa saranno gli aspiranti imprenditori cagliaritani, impegnati, in particolare, in progetti nel settore ambientale, della mobilità e del commercio equo e sostenibile.
A guardare con favore al microcredito è anche l'università di Cagliari. Il rettore Giovanni Melis ha indicato i due principali settori di intervento. Il primo, guarda ai giovani che non riescono a completare gli studi per sopraggiunte difficoltà economiche delle famiglie, causate, per esempio, dalla perdita del lavoro di un genitore. Melis pensa poi anche a quei lavoratori che, investiti dalle crisi aziendali, hanno necessità di riqualificarsi attraverso l'università e ai tanti giovani "colletti bianchi" che intendono invece specializzarsi in master e corsi post laurea. Tutti casi in cui lo strumento del piccolo prestito potrebbe tamponare l'emergenza e aprire le porte a un futuro nuovo impiego.
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