È entrata in vigore subito, il 13 agosto, la manovra di Ferragosto, il decreto legge 138 del 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 188. Gli articoli sono saliti a venti, per una "correzione" sui conti pubblici da 20 miliardi nel 2012 e 25,5 miliardi nel 2013. Non sono previsti tagli (diretti) a sanità, scuola, ricerca, cultura e 5 per mille, ma vengono anticipate alcune norme contenute nella manovra di luglio, come il graduale innalzamento dell'età pensionabile delle donne.
Arriva invece una bella sforbiciata ai costi della politica (e delle amministrazioni, specie per Regioni, province e comuni), il reato di "caporalato" per chi utilizza manodopera in modo irregolare e la chiusura di enti pubblici non economici con meno di settanta dipendenti. Si estende anche al 2012, 2013 e 2014 la possibilità per le pubbliche amministrazioni di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro di propri dipendenti al compimento dei 40 anni di anzianità contributiva.
Disco verde poi al "contributo di solidarietà" per i redditi sopra i 90mila euro e si accelera nella liberalizzazione delle professioni regolamentate. Anche negozi ed esercizi commerciali saranno più "liberi" di gestirsi e non più solo quelli ubicati in comuni, località turistiche, o città d'arte. Viene poi uniformata al 20% la misura della tassazione sulle rendite finanziarie e, in pratica, riscritta la disciplina dei servizi pubblici locali in base alle indicazioni del recente referendum popolare e delle norme europee. I contratti di "prossimità" avranno più poteri e i tirocini saranno più tutelati. Mentre la "Robin Hood tax" per le società del settore energetico si fa più pesante e sarà estesa anche all'eolico. La misura dovrà portare nelle casse dell'Erario 1,8 miliardi nel 2012.
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