S&P declassa la Grecia a due gradini dal default
Standard & Poor ha ridotto nuovamente il rating della Grecia portandolo da "CCC", corrispondente a "vulnerabile", a "CC", corrispondente ad un debito "molto vulnerabile e altamente speculativo". Le prospettive sono negative. Confermato il giudizio "C" sul debito a breve.
La decisione, spiega l'agenzia di rating, è stata adottata dopo l'annuncio del coinvolgimento dei privati nello scambio di titoli di stato greci. Una volta avviata la ristrutturazione del debito greco, annuncia S&P, i rating saranno con molta probabilità ulteriormente abbassati a "SD", livello corrispondente a "default selettivo". S&P aveva già reso noto di considerare il piano di riscadenziamento del debito greco approvato dai vertici dell'Eurozona come una forma di default selettivo. Sulla stessa lunghezza d'onda le altre agenzie di rating: Moody's che nei giorni scorsi ha anch'essa tagliato il merito di cr... di Atene e Fitch.
Secondo l'agenzia americana, il coinvolgimento dei privati nel salvataggio di Atene non sarebbe altro che una ristrutturazione mascherata. I possessori di bond greci, secondo le sue stime, dovrebbero recuperare tra il 30 e il 50 per cento del loro investimento iniziale aderendo al riscadenzamento.
«I termini sia del buyback (riacquisto) che del "rollover" (il rinnovo, cioè, dei titoli a scadenza) appare sfavorevole per gli investitori», avverte S&P. L'agenzia boccia anche l'ipotesi dei cosiddetti "Brady Bond" grazie al quale le banche commerciali insieme agli Stati Uniti, al Fondo Monetario Internazionale e al Club di Parigi dei creditori sovrani hanno potuto ristrutturare e ridurre il debito dei governi latino americani e dell'Europa dell'est alla fine degli anni '80.
Le prospettive negative sul rating assegnato alla Grecia riflettono il fatto che "probabilmente" S&P taglierà il rating greco a "SD" (default selettivo" nel momento in cui avrà inizio la ristrutturazione, e quello dei singoli titoli di Stato interessati a "D", default, al momento d'inizio del concambio o del rollover. Dopo la ristrutturazione il rating greco potrebbe tornare a salire - spiega S&P - ma «la probabilità di un'insolvenza futura sulle nuove obbligazioni rimane alta».
l loA0 ao�%��3azionario se le azioni soffrono debolezza.
L’opzione azionaria implicita nelle convertibili implica che i pagamenti delle cedole sono generalmente inferiori rispetto agli strumenti a reddito fisso, quindi, mentre i tassi di interesse negli Stati Uniti e nel resto del mondo sviluppato rimangono molto bassi, le aziende in queste aree si sono mostrate piuttosto riluttanti nell’emettere obbligazioni convertibili, preferendo emettere direttamente debito ed evitare una potenziale diluizione. Tuttavia, se l’inflazione in crescita dovesse portare a più alti tassi di interesse, ci aspetteremo nuove emissioni di convertibili sul mercato. Data la grandissima domanda di nuove emissioni, le convertibili lanciate di recente dovrebbero essere ben accolte fintanto che offrono agli investitori termini ragionevoli.
Le prospettive sono migliori per le nuove convertibili dall’Asia, dove i tassi di interesse sono relativamente alti e i prezzi azionari volatili, condizioni ideali queste per le emissioni di obbligazioni convertibili. In passato, non siamo stati particolarmente colpiti dalle convertibili asiatiche, perché molte delle aziende emittenti ci sembravano dotate di una scarsa qualità del credito e di una corporate governance discutibile. Tuttavia, è possibile trovare opportunità di investimento allettanti nella regione. Ad esempio, negli ultimi sei mesi abbiamo investito nelle obbligazioni – dal prezzo interessante – di due società indiane, l’estrattore di minerali di ferro Sesa Goa (INE205A01025), e il raffinatore di zinco Sterlite Industries (INE268A01049).
Un approccio alla selezione dei titoli di tipo bottom-up è forse la modalità più appropriata per trovare opportunità di investimento anche nell’attuale contesto caratterizzato da incertezza. Infatti, se il processo di selezione è accurato è possibile trovare emissioni convertibili che soddisfino i nostri criteri, ovvero una componente azionaria sottovalutata dal mercato unita a una solida qualità del credito e ad aspetti tecnici di interesse.