Crisi da Sovraindebitamento L.n.3/2012

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Si aggrava l’accusa di usura a carico del Direttore generale della Banca Popolare del Frusinate

Si aggrava l’accusa di usura a carico del Direttore generale della Banca Popolare del Frusinate

anche la Banca chiamata nel processo quale responsabile civile.

Non deve essere un buon periodo per i vertici della Banca Popolare del Frusinate. Dopo le notizie dei giorni scorsi sull’ispezione della Banca d’Italia, nuovo colpo di scena al processo per usura che vede imputato il Direttore Generale Rinaldo Scaccia. Lo scorso 5 Dicembre, come riportato anche da questo giornale, si è tenuta dinanzi al Tribunale collegiale di Frosinone la prima udienza di un processo nato su denuncia presentata, sin dal 2009, da Luigi Tomassi anche quale responsabile della Ifitec. Nel corso degli anni, per ben 3 volte, la Procura aveva richiesto l’archiviazione sostenendo il lieve superamento rispetto ai tassi soglia. A fronte della prima richiesta di archiviazione, tuttavia, la persona offesa, tramite il proprio difensore, avv. Roberto Di Napoli, del foro di Roma, propose opposizione che veniva accolta dal GIP dott. Mancini in quanto la consulenza su cui era fondata la richiesta del PM (Di Bona) era fondata su una consulenza ritenuta dal GIP “complessivamente inattendibile” essendo stata effettuata da un consulente socio della stessa banca denunciata. Malgrado la nuova consulenza e dopo avere sentito alcune persone, la Procura chiedeva, ancora una volta, l’archiviazione che, a fronte di ulteriore opposizione, veniva accolta dal GIP solo relativamente ad altro indagato disponendosi, invece, l’iscrizione sul registro degli indagati del Direttore Generale. Richiesta nuovamente l’archiviazione, essa veniva rigettata dal GIP che disponeva, addirittura, l’imputazione coatta anche in considerazione del fatto che, a prescindere dal superamento del tasso soglia, riteneva emersa l’usurarietà degli interessi e vantaggi conseguiti anche a causa del comportamento vessatorio posto in essere ai danni della famiglia Tomassi.

L’accusa, finora, ha retto anche davanti al GUP che, lo scorso 7 Giugno 2013, ha rinviato a giudizio lo Scaccia per usura.

All’udienza del 5 Dicembre scorso è stata ammessa la costituzione di parte civile anche dell’associazione Onlus S.O.S. Utenti rappresentata dallo stesso avv. Roberto Di Napoli. Su istanza del difensore di Tomassi, inoltre, è stata autorizzata la citazione anche della banca quale responsabile civile nel caso in cui dovesse pervenirsi alla condanna del Direttore Generale.

Giovedì 15 Maggio scorso, apertosi il dibattimento con l’ammissione dei testimoni indicati dalle parti, si è costituita anche la banca citata e si è proceduto all’esame della persona offesa Luigi Tomassi anche quale amministratore della Ifitec S.p.A. .

All’esito dell’esame testimoniale, il PM, in udienza, ha integrato l’accusa per Scaccia dando lettura del nuovo capo di imputazione, conformemente a quanto aveva motivato il GIP dott. Mancini, anche per le “concrete modalità del fatto” in cui si è svolto il lungo e complesso rapporto bancario. Il Direttore Generale, dunque, dovrà difendersi non solo dall’ipotesi di accusa di essersi fatto promettere interessi superiori al tasso soglia (lieve superamento secondo le indagini impugnate dalla persona offesa e ben più elevato secondo quanto ritenuto dalla stessa persona danneggiata che ha richiesto anche una perizia) ma anche di essersi fatto dare (in vantaggio della banca, ovviamente) interessi, altri vantaggi e compensi che, tenuto conto anche delle continue richieste di garanzie personali e reali e del tasso medio praticato per operazioni similari risulterebbero sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro: ciò, secondo l’accusa, in una situazione di difficoltà economica finanziaria del correntista data anche dalla necessità del credito e dalla segnalazione dello stato di sofferenza alla Banca d’Italia da parte della stessa banca.

Ora il processo è stato rinviato al 10 Novembre, data in cui, probabilmente, saranno ascoltati i consulenti contabili delle parti.

E’ uno dei pochi processi, in Italia, per usura bancaria in cui non è in discussione soltanto il superamento del tasso soglia bensì anche il comportamento vessatorio posto in essere dalla banca. Se è vero che, finora, i responsabili delle banche sono stati, spesso, prosciolti ritenendosi non provato il dolo a causa di un errore determinato dalle Istruzioni della Banca d’Italia, non si è indagato, spesso, su altri fattori determinanti il reato di usura.

Si dichiara soddisfatta, per ora, la parte civile Tomassi attraverso il proprioavvocato Roberto Di Napoli, del foro di Roma (autore di pubblicazioni giuridiche in materia e difensore di altri utenti bancari in vari giudizi civili e penali) il quale dichiara: “Abbiamo estrema fiducia nell’accertamento dei fatti nel rispetto, ovviamente, del sacrosanto diritto alla difesa dell’imputato. La cronaca degli ultimi anni evidenzia un numero troppo alto, in Italia, di imprenditori distrutti dalle banche. Sia chiaro: nessuno pensa che esse debbano essere istituti di beneficienza ma ci sono dei limiti e dei divieti imposti dalla legge che, troppe volte, sono stati elusi. Ed è anche per questo che imprese storiche, che come le altre devono costituire il polmone e l’ossigeno dell’economia reale, sana, di un Paese, hanno dovuto chiudere i battenti o imprenditori sono stati presi dalla disperazione senza nemmeno potersi difendere dovendo pensare a pagare i dipendenti, tasse, fornitori, ecc. . Ci sono, inoltre, troppi suicidi che passano inosservati o di cui si da notizia con titoli che fanno capire che sia stata colpa della crisi o delle difficoltà economiche in cui quell’imprenditore si trovava. No. Non ritengo sia sempre così. A volte, specialmente quando si tratta di rapporti instaurati molti anni prima, quell’imprenditore non è a debito con quella banca ma può, perfino, essere a credito. A questi abusi da parte delle banche è necessario che si ponga fine con punizioni esemplari e se qualcuno ha suggerito ai responsabili di banche informazioni inesatte e tali da consentire l’applicazione di interessi usurari sarebbe ora che si accertasse chi e per quale motivo lo ha fatto.  Le banche, tra l’altro, hanno mezzi e risorse per garantirsi la consulenza dei più grandi esperti. Non si può accettare la tesi secondo cui il superamento del tasso soglia sarebbe stato frutto di un errore determinato da Istruzioni non corrette della Banca d’Italia. In ogni caso, in simili ipotesi, l’usura può emergere anche da altri fattori quali la sproporzione dei vantaggi in presenza di difficoltà economico finanziaria. Nel caso in cui è vittima Luigi Tomassi saranno i giudici a giudicare nel contraddittorio delle difese.

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