Piccole e Medie Imprese e Piccoli Operatori Economici
• Finanza Mercati
• I Poe, cioè i più piccoli fra le Pmi, con meno di 10 dipendenti e fatturato fino a 2,5 milioni di euro, continuano a soffrire per la crisi e per l'incertezza. Il 15° Osservatorio sulla finanza per i Poe, realizzato da Crif e Nomisma segnala che nel 2010 la quota di Poe intenzionati ad investire è in calo di due punti (24,5%) rispetto all'anno scorso (26,6%). Tra le cause, la contrazione della domanda prevalentemente sulle difficoltà nel reperimento delle risorse. I tassi di sofferenza sono ancora in crescita (7,6%),e le insolvenze a fine anno sono tornate ai livelli dell'inizio 2009. Però continua a salire il tasso di decadimento e quello a 90 giorni ha sfiorato a fine anno il 7% in crescita di un punto e mezzo.
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Default intermediari finanziari
• Italia Oggi:
• 550 intermediari non ce la faranno. I nuovi requisiti per l'erogazione del credito al consumo li costringeranno o a trasformarsi o a chiudere i battenti. Questa è fotografia scattata da Vittorio Grilli, direttore generale del Ministero dell'Economia in audizione alla Camera sul dlgs di riforma del credito al consumo. Nell'universo degli intermediari iscritti nell'elenco 106 del Tub, 151 sono stati cancellati dal Ministero. Con la riforma proposta la differenziazione fra iscritti alla 106 e alla 107, avrà termine poichè sarà necessario per entrambi essere autorizzati dalla Banca d'Italia e sottoporsi a forme di vigilanza equivalente. Marchesi, segretario generale Ufi esprime le sue perplessità sulla proposta evidenziando fra le cause dell'innalzamento dei requisiti di operatività, la distorsione del mercato creditizio a favore degli Intermediari di emanazione bancaria a detrimento della clientela "non bancabile", che già oggi versa in serie difficoltà per l'inadeguatezza dei livelli di merito creditizio.
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Ritardi di pagamento
• il Sole24Ore:
• Lo scorso 9 giugno, in audizione alla commissione finanze del Senato, il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili aveva sottolineato come sarebbe stata inaccettabile la previsione di un termine massimo decorso il quale l'eventuale sospensione della riscossione avrebbe cessato di avere efficacia anche se il giudice non si era ancora pronunciato nel merito della pretesa erariale. Il legislatore ha poi corretto il termine da 150 a 300 giorni ed ora è intenzionato a proporre lo stralcio di una misura oggettivamente iniqua, man mano che questa consapevolezza è cresciuta nel dibattito socio-economico del Paese.
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